Il contributo della sperimentazione animale alla ricerca sulle dipendenze patologiche
Miriam Melis
Lo scopo della ricerca biomedica è quello di
dare delle risposte a domande che sono rilevanti
per la salute e per il benessere dell’uomo e
dell’animale, con l’obiettivo finale di “tradurle”
nella pratica clinica. Le metodiche sfruttate in
questo ambito sono in costante aggiornamento
e variano dall’uso di modelli matematici e
in silico, all’applicazione di tecnologie in vitro
su tessuti animali o vegetali, all’analisi di esseri
viventi in toto: dagli studi di popolazione
alla sperimentazione animale. Quest’ultima
si rende necessaria quando non sono disponibili
modelli alternativi per la comprensione
di fenomeni biologici complessi, ad esempio
molti processi che sottendono l’insorgenza e
la progressione di una patologia o la valutazione
del profilo di sicurezza di un farmaco. Tale
sperimentazione nell’uomo sarebbe di fatto
irrealizzabile dal punto di vista tecnico e spesso
moralmente inaccettabile. La sperimentazione
animale, quindi, ancora oggi è insostituibile nei
processi di scoperta, cura e prevenzione delle
patologie.
Nello specifico, anche lo studio dell’uso e abuso
di sostanze psicoattive ha beneficiato della
sperimentazione sugli animali. Ci ha fornito le
conoscenze fondamentali sui meccanismi alla
base della loro capacità di alterare i normali
processi cerebrali, e su come questo si rifletta
nella modificazione del comportamento (ad
esempio la pulsione verso la sostanza o il gioco
d’azzardo) e nell’insorgenza di pensieri distorti e
disturbati nel caso della dipendenza patologica.
La comprensione di tali meccanismi molecolari
e cellulari ci ha fornito non solo nuove idee su
potenziali strategie per trattare e prevenire l’abuso
e la dipendenza, ma anche la possibilità
di testare l’efficacia, la sicurezza e tollerabilità
di potenziali nuove strategie farmacologiche e
metodologiche.
In questo numero di MDD verrà presentato non
solo il ruolo che la sperimentazione animale ha
avuto nel progresso delle conoscenze mediche
e nel miglioramento della qualità della nostra
vita quotidiana, aspetto che oggigiorno viene
sempre meno tenuto in considerazione, ma anche
i limiti che questa ha nello studio delle dipendenze.
Sono proprio le considerazioni etiche
e scientifiche, infatti, e non quelle economiche,
a frenare l’uso, ma non lo sviluppo, di metodi
sperimentali alternativi che siano validati, affidabili
e rilevanti.
A 25 anni dalla fondazione della Società Italiana
Tossicodipendenze, la più longeva associazione
che riunisce i professionisti nel settore delle
dipendenze patologiche, e che vede tra i fondatori
nonché primo presidente il professore e
neuroscienziato Gian Luigi Gessa, è opportuno
ricordare quanto la sperimentazione animale
abbia contribuito alla comprensione di tale
patologia psichiatrica e allo sviluppo di nuove
strategie terapeutiche. Ricordare e non sottovalutare
questo aspetto è di fondamentale
importanza poiché nel 2017 in Italia potrebbe
entrare in vigore una normativa che tra le altre
cose vieta l’uso di animali per le ricerche sulle
sostanze d’abuso. Gli effetti di tale divieto
sarebbero devastanti per la ricerca italiana, il
cui contributo in questo settore è riconosciuto
come cruciale anche a livello internazionale.
Colgo infine l'occasione per comunicare a tutti
gli operatori interessati che a breve verrà
riaperta la Sezione Regionale della Sardegna
della SITD. Tutti coloro che fossero interessati
sono cortesemente invitati a contattare
il Dr. Giuseppe Reale al seguente indirizzo
info@publieditweb.it