Ricerca e innovazione in comunità terapeutica
Mauro Cibin
A partire dalle prime esperienze basate
sull’auto-aiuto le comunità terapeutiche (CT)
si sono evolute e differenziate, operando in
stretta collaborazione con i SerD e divenendo
parte integrante e irrinunciabile del sistema di
intervento sull’uso di sostanze in Italia.
Oggi le CT sono chiamate a dare risposte a
situazioni sempre più complesse, in cui si
intrecciano i cambiamenti nei comportamenti
d’uso, il crescere delle addiction
comportamentali, i fenomeni di invecchiamento
e di cronicizzazione, le situazioni di comorbilità
con disturbi mentali gravi (doppia diagnosi), la
richiesta di percorsi alternativi al carcere. Nel
contempo la ricerca di base e quella clinica
offrono importanti indicazioni per modificare
in maniera evidence-based la pratica delle CT,
senza tuttavia stravolgerne i riferimenti valoriali
e fondativi e le caratteristiche di “ambiente
terapeutico” che costituiscono la peculiarità e
la forza di questo approccio.
L’idea di dedicare un numero di MDD –
Medicina delle Dipendenze alla ricerca e
innovazione in comunità terapeutica nasce dalla
sessione “Sistema dei Servizi per l’Addiction”
tenutasi nell’ambito del Congresso Nazionale
della Società Italiana Tossicodipendenze (SITD)
a Catanzaro nell’ottobre 2019.
I lavori presentati in questo fascicolo hanno la
caratteristica di essere nel contempo esempi
di ricerca su vari aspetti delle CT e proposte
di cambiamento e innovazione in questo
ambito: la situazione e le prospettive delle
CT in Europa, con un focus sulla loro efficacia
(Vanderplasschen & Vandevelde), il ruolo
della riabilitazione psicosociale centrata sul
recovery nel rinnovamento dei programmi
in CT (Cibin), le problematiche connesse allo
squilibrio delle normative regionali nei processi
di accreditamento (Grillo & Squillaci), l’impatto
della psicopatologia sulla permanenza in CT
(Maremmani et al.), l’ambiente arricchito
come prospettiva di benessere (Chiamulera et
al.), il trattamento in CT della dipendenza da
analgesici (Semenzato et al.) e per concludere
i programmi di gestione delle contingenze nelle
dipendenze (Cenedese e Canali).
Il materiale contenuto in questo numero
è stato pensato e realizzato in epoca pre-
COVID. La pandemia e le misure attuate per
contenerla hanno tuttavia inciso sulla vita delle
comunità, al punto da farci chiedere se la CT
di domani sarà uguale a quella di oggi. Senza
dubbio l’andamento dell’uso di sostanze e del
gioco problematico in tempi di coronavirus
si rifletterà sul sistema delle dipendenze nel
suo complesso. Rispetto a questo i dati in
nostro possesso sono contradditori e di ardua
interpretazione: risulta difficile oggi delineare
uno scenario futuro realistico, mentre lo scarso
interesse dei decisori rispetto alla sorte dei
servizi e dei loro utenti non fa ben sperare.
Nello specifico delle CT si stanno tuttavia già
evidenziando alcuni pressanti problemi di
sostenibilità economica legati alle misure di
contenimento dell’infezione, spesso aggravate
dalla disomogeneità e a volte dalla latitanza
delle risposte istituzionali: ne parlano Grillo e
Squillaci nel “riquadro” del loro lavoro.