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Farmacologia e tossicologia del L-metadone


Dipartimento NEUROFARBA Divisione di Farmacologia e Tossicologia, Università di Firenze Tossicologia Medica Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi, Firenze

Dipartimento NEUROFARBA Divisione di Farmacologia e Tossicologia, Università di Firenze Tossicologia Medica Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi, Firenze

Articolo di 4 pagine in formato digitale pdf
Il metadone, principio attivo cardine nel trattamento della dipendenza da oppiacei, è generalmente somministrato in forma racemica che contiene in pari quantità due stereoisomeri: D-metadone e L-metadone. È quest’ultimo, con un’affinità dieci volte maggiore per il recettore μ degli oppiacei e una potenza analgesica 50 volte maggiore rispetto alla forma destrogira, a rivestire il ruolo farmacologico principale. Il D-metadone invece, con la sua maggiore affinità per i canali hERG, è responsabile dell’allungamento all’elettrocardiogramma del tratto QT, che rappresenta uno dei principali effetti avversi della terapia metadonica, e che può esporre il paziente ad aritmie gravi quali la torsione di punta. L’utilizzo della forma purificata di L-metadone permette una migliore aderenza al trattamento e una minore incidenza di effetti avversi, rappresentando quindi una valida opzione terapeutica della dipendenza da oppiacei.