L’obesità è oggigiorno un problema medico e sociale pervasivo nelle società occidentali. Le recenti ricerche di neuroscienze cognitive hanno dimostrato che il cibo è in grado di attivare i circuiti cerebrali associati alla ricompensa e al desiderio, agendo quindi come una ricompensa naturale per il nostro cervello. Inoltre, sono state individuate similitudini tra dipendenza da cibo e dipendenza da altre sostanze d’abuso: in entrambi i casi, il funzionamento del circuito cerebrale della ricompensa risulta alterato. Un’altra capacità che risulta essere alterata nei disturbi alimentari è il controllo inibitorio. Infatti, in un ambiente come quello odierno, ricco di cibi ad alto contenuto calorico, è importante riuscire ad inibire la spinta verso la gratificazione generata dal consumo di questi cibi particolarmente appetitosi. Le persone che presentano buone capacità di autocontrollo mostrano attivazioni cerebrali diverse dalle persone con scarso autocontrollo, e queste differenze si ripercuotono sulle scelte alimentari. La dipendenza da cibo però è da considerarsi un caso speciale nello studio delle dipendenze, in quanto, come la dipendenza da altre sostanze d’abuso, presenta alterazioni dei circuiti cerebrali della ricompensa e dell’inibizione ma, a differenza delle altre sostanze, il cibo rappresenta un elemento necessario alla sopravvivenza.