Una panoramica sulle attuali conoscenze cliniche nel trattamento del gioco d’azzardo patologico
Sara Lucia Maria Lo Russo
Centro di Riferimento per le Scienze
Comportamentali e la Salute Mentale
Istituto Superiore di Sanità, Roma
Francesca Zoratto
Centro di Riferimento per le Scienze
Comportamentali e la Salute Mentale
Istituto Superiore di Sanità, Roma
Walter Adriani
Centro di Riferimento per le Scienze
Comportamentali e la Salute Mentale
Istituto Superiore di Sanità, Roma
Articolo di 10 pagine in formato digitale pdf
Il gioco d'azzardo patologico (GAP) è un problema comune dei paesi sviluppati e può essere presente nell’1-3% della popolazione generale. La sua patofisiologia è abbastanza ignota ma mostra delle similitudini con altre patologie legate all'abuso di sostanze. Molti sistemi di neurotrasmettitori cerebrali, inclusi la dopamina, la serotonina, la noradrenalina, il glutammato e gli oppioidi, sono implicati nel gioco d'azzardo patologico. Basandoci sugli articoli disponibili in letteratura, solo gli antagonisti degli oppioidi, come il naltrexone, hanno dimostrato un’efficienza clinica in doppio cieco. Il nalmefene, un altro antagonista oppioide, potrebbe essere allo stesso modo efficace, ma i suoi effetti dose dipendenti rimangono poco chiari. Al contrario, gli attuali studi non supportano a sufficienza gli effetti terapeutici dell'uso di alcun tipo di anti-depressivo. Qualche dato positivo è disponibile sull'utilizzo dell'N-acetilcisteina, ma sono necessari altri studi per confermarlo. Per tutti gli altri tipi di farmaco, non sono affatto conclusive le informazioni attualmente disponibili.