Le nuove sostanze psicoattive
Liana Fattore
Il mondo delle droghe sta cambiando. La droga
“cannibale” (catinoni sintetici), la droga “zombie”
(Krokodil), la droga “della pazzia” (Ya ba), la droga
“della crisi” (Sisa), sono solo alcune delle nuove
droghe che stanno facendo il loro ingresso nel mondo
degli stupefacenti. Se da una parte negli ultimi
anni la prevalenza di cocaina, eroina e anfetamine
a livello mondiale è in leggero calo, dall’altra si sta
assistendo ad una diffusione “epidemica” di nuove
e più potenti sostanze psicoattive, con struttura
chimica tra le più disparate, sintetizzate a casa o in
laboratori clandestini, immesse sul mercato, soprattutto
online, e reclamizzate come innocue e in grado
di indurre effetti estremamente piacevoli. Gli effetti
sono spesso intensissimi, non sempre piacevoli, in
alcuni casi devastanti.
Grazie ai recenti sviluppi nella sintesi a basso costo
di prodotti chimici organici, allo scambio di informazioni
attraverso social network e forum dedicati
(drugs forum) e alle opportunità di marketing attraverso
la rete, oggi cannabinoidi e catinoni sintetici,
fenetilamine, piperazine, sostanze ketamino- e
PCP-simili, triptamine, fentanili, nuovi oppioidi, analoghi
azepanici, droghe da stupro (date-rape drugs)
sono disponibili su numerosi siti online; queste e
molte altre sostanze, non sempre regolamentate,
sono quindi legali e facilmente acquistabili anche da
minorenni. Meglio note come NPS (Novel Psychoactive
Substances), esse rappresentano un problema
emergente a livello internazionale, un fenomeno in
costante evoluzione in cui nuove molecole vengono
continuamente inserite nel mercato non solo per
soddisfare nuove richieste da parte dei consumatori
ma soprattutto per eludere i controlli che cominciano
ad essere istituiti nei vari Paesi attraverso l’aggiornamento
della normativa in materia. Mancando
standard analitici di riferimento (inesistenti o non
facilmente reperibili), le intossicazioni causate dalle
NPS risultano estremamente difficili da riconoscere,
e ancora di più da trattare.
Insieme all’International Narcotics Control Board,
che dedica grande attenzione a questa nuova minaccia
per la salute pubblica, il Sistema Nazionale
di Allerta Precoce per le droghe dal 2009 esegue
un monitoraggio costante della comparsa di NPS in
Europa grazie alle segnalazioni provenienti dai suoi
centri collaborativi (centri antiveleno, laboratori,
tossicologie forensi, Forze dell’Ordine, pronto soccorso),
rilevando ad oggi circa 280 nuove sostanze
circolanti. Di queste, sono numerose le sostanze che
inducono seri disturbi psichiatrici ma anche danni
cardiaci, renali e respiratori, spesso e volentieri
aggravati dal contemporaneo uso di alcol e altre
droghe.
Questo numero di Medicina delle Dipendenze nasce
dall’esigenza di informare un più ampio pubblico sul
pericolo rappresentato da queste sostanze, far conoscere
le NPS agli operatori del settore (personale
di laboratorio, personale delle unità di emergenza/
urgenza, operatori sanitari, ricercatori, ecc.) al fine
di agevolare l’analisi di campioni sconosciuti e divulgare
i dati scientifici che cominciano ad emergere
da studi clinici e preclinici sui loro effetti tossici e
farmacologici. Dopo una prima illustrazione delle
principali problematiche cliniche e farmacologiche
delle NPS e del loro utilizzatore-tipo (lo “psiconauta”),
epidemiologi, clinici, farmacologi, tossicologi,
psichiatri e ricercatori esperti nel settore passano
in rassegna il kratom, i cannabinoidi sintetici (spice
drugs), le sostanze dissociative, i nuovi oppioidi
sintetici e le fenetilamine allucinogene, i rischi di
suicidio e morte accidentale tra gli utilizzatori di NPS,
i possibili approcci terapeutici per trattare le psicosi
indotte da NPS, gli aspetti comportamentali, neurobiologici
e farmacologici dell’ipersessualità indotta
da NPS e, infine, la valutazione e la gestione dei rischi
associati alla diffusione e al consumo delle NPS.
Gli articoli raccolti in questo fascicolo rappresentano
solo una piccola parte del complesso fenomeno delle
NPS e delle sue implicazioni politiche, economiche
e sociosanitarie. Ci è sembrato però non solo opportuno
ma anche doveroso richiamare l’attenzione su
questo mondo sommerso, che sempre più assume i
contorni della punta di un iceberg, e che non a caso
trova la sua massima espressione nel “deep web” –
quella parte del web che si trova in Internet ma non
viene indicizzata dai motori di ricerca.