La dipendenza da cibo: il binge eating disorder
Roberta Agabio
Questo numero di Medicina delle Dipendenze è dedicato
alla dipendenza da cibo e, in particolare, al
binge eating disorder (BED), disturbo che negli ultimi
anni è stato oggetto di importanti cambiamenti sia
sul piano dell’inquadramento diagnostico che sul
piano terapeutico.
Nella penultima edizione del Manuale Diagnostico
e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-IV-TR) il BED
era infatti classificato all’interno del disturbo dell’alimentazione
non altrimenti specificato, attraverso
l’utilizzo di una diagnosi supplementare. Invece,
nell’ultima edizione del DSM (DSM-5), il BED è stato
inquadrato per la prima volta come un disturbo
autonomo, caratterizzato da ricorrenti episodi di
abbuffate, in assenza di comportamenti finalizzati a
limitare l’incremento ponderale come l’autoinduzione
del vomito o l’assunzione di diuretici e lassativi,
caratteristici invece della bulimia.
Per queste sue proprietà, spesso i pazienti affetti da
BED sono anche obesi e soffrono frequentemente
di altri disturbi mentali e, pertanto, richiedono un
trattamento multidisciplinare, finalizzato non solo a
ridurre la severità del BED, ma, quando necessario,
anche quella degli altri possibili disturbi mentali,
oltre che a ridurre il peso corporeo.
Anche la farmacoterapia del BED ha subito recentemente
importanti modifiche. Infatti negli
Stati Uniti è stato approvato dalla Food and Drug
Administration (FDA) il primo farmaco per il trattamento
di questa patologia, ovvero la lisdexamfetamina
dimesilato, mentre in Europa nessun farmaco
ha ancora ottenuto l’autorizzazione alla immissione
al commercio da parte dall’Agenzia europea per i
medicinali (EMA, European Medicines Agency).
Questo numero ha l’obiettivo di descrivere il BED
a partire dai modelli animali utilizzati per lo studio
della neurobiologia (vedi articolo dal titolo “Modelli
animali e neurobiologia del binge eating disorder”)
e dedicando particolare attenzione alle novità nel
campo della diagnosi (vedi articolo dal titolo “Diagnosi
e trattamento del binge eating disorder: un
aggiornamento”) e del trattamento farmacologico
(vedi articolo “Terapia farmacologica del binge
eating disorder: una revisione della letteratura”).
Sono state esaminate le differenze di genere (vedi
articolo dal titolo “Dipendenza da cibo: aspetti di
genere”) e le differenze tra i criteri utilizzati da FDA
ed EMA per la valutazione di efficacia e maneggevolezza
dei farmaci (vedi Scheda dal titolo “Farmaci
per il binge eating disorder: dagli Stati Uniti all’Europa”).
Inoltre è presente un approfondimento sulla
dipendenza da cioccolato (vedi articolo dal titolo “Il
cioccolato: un cibo o una droga?”).
Oltre alla terapia farmacologica, sono stati esaminati
gli altri possibili strumenti terapeutici ovvero
quelli chirurgici (vedi articolo dal titolo “Chirurgia
dell’obesità: dalla chirurgia bariatrica alla chirurgia
metabolica”) e psicologici (vedi Scheda dal titolo “I
trattamenti psicologici per il binge eating disorder”).
Infine, è stato descritto un modello multidisciplinare
di trattamento per il BED attualmente utilizzato in
un servizio pubblico italiano (vedi articolo dal titolo
“Dal peso alla misura: un percorso mutuato dalla
clinica dell’addiction per i disturbi da alimentazione
incontrollata”).
Questo numero di Medicina delle Dipendenze è rivolto
sia ai ricercatori e agli operatori sanitari che si
occupano del BED che alle persone che ne soffrono,
ai loro familiari e alla intera popolazione generale,
nella speranza di contribuire ad accrescere la conoscenza
di questo frequente disturbo mentale e
favorire l’accesso ai trattamenti sanitari.