Il rinnovamento delle comunità terapeutiche tra cura, riabilitazione e ricerca

Il “sistema delle dipendenze” nel suo complesso è ancora in gran parte modellato sulla “epidemia” di eroina degli anni Settanta- Ottanta e sembra fare grande fatica ad adattarsi a scenari completamente cambiati.

Oggi ci troviamo probabilmente in una terra di mezzo, tra un approccio scientifico al percorso terapeutico in comunità, basato sulle evidenze, che ancora però non può dirsi definitivamente compiuto, e un futuro di innovazione nei servizi teso a rispondere a bisogni fortemente evoluti e diversificati in tema di dipendenze, non solo da sostanze, fondato su processi integrati di presa in carico territoriale, su interventi fortemente personalizzati, di prossimità e domiciliarità.

Chi afferma che il nostro paese spende poco per le dipendenze dice una cosa non vera. Esistono pochissimi paesi al mondo che godono di una capillare diffusione di strutture specialistiche territoriali come i SerD e lo stesso dicasi per le comunità terapeutiche (CT).

Gli strumenti ICF-Recovery possono favorire i processi di scambio di informazioni e di confronto tra operatori, anche di diverse professionalità. In particolare, il questionario focalizza tutta una serie di attività, in diverse dimensioni del funzionamento (51 in totale), e per essere compilato richiede la ricerca di informazioni sulla persona che, diversamente, potrebbero essere trascurate.

Quasi tutte le pazienti hanno alle spalle storie affettive altamente disfunzionali caratterizzate da dipendenza affettiva e disistima, dove il partner costituisce il deus ex machina per i propri problemi, dalla “protezione” in strada e nel mondo dello spaccio e della prostituzione alla creazione di un’alternativa a una famiglia d’origine disfunzionale, a molto altro ancora.

La neuroplasticità dell’adolescente, spesso compromessa, e la maturazione base non ancora giunta alla giusta conclusione complicano il quadro clinico dell’addiction, quasi sempre in forma di poliabuso correlato a comportamenti compulsivi di altra natura.

Fare una valutazione degli esiti dei percorsi di cura misti è complesso, in quanto la remissione di una delle patologie non sempre corrisponde alla remissione dell’altra. Spesso il raggiungimento di un peso corporeo sufficiente e l’interruzione di condotte di eliminazione e/o di abbuffate incontrollate non coincidono con i tempi, in genere più lunghi, del lavoro sulle problematiche di dipendenza.

Introdurre nei programmi in comunità terapeutica (CT) interventi per la cura del trauma (EMDR, psicoterapie corporee, gruppi “emotivi”, mindfulness) che si integrino con gli interventi “tradizionali” è un elemento innovativo suggerito dalla ricerca oltre che dalla esperienza di programmi che già applicano modelli di questo tipo.

Il lavoro di ricerca e progettazione sociale, probabilmente, avrà un ruolo di primo piano nei sistemi di welfare del prossimo futuro e sarà fondamentale per il progresso delle conoscenze e lo sviluppo delle politiche di cura e di protezione sociale.

Jeanne Samary in abito scollato, 1877 Olio su tela. Pierre-Auguste Renoir (1841-1919), Mosca (Russia), Museo Puškin.