Il craving per l’eroina come sintomo ad espressione comportamentale
Angelo GI Maremmani
Dipartimento di Psichiatria e
Dipendenze, Sezione Psichiatria
USL Nord-Ovest Regione Toscana
Zona Versilia, Viareggio
Associazione per l’Utilizzo delle
Conoscenze Scientifiche a fini Sociali
(AU-CNS), Pietrasanta, Lucca
Scuola Pisana di
Psichiatria Clinica e Sperimentale
Pisa
Francesco Lamanna
Dipartimento di Psichiatria e
Dipendenze, Sezione Dipendenze
USL Nord-Ovest Regione Toscana
Zona di Pisa, Pisa
Matteo Pacini
Scuola Pisana di
Psichiatria Clinica e Sperimentale
Filippo della Rocca
Scuola di Specializzazione in
Psichiatria, Dipartimento di Medicina
Clinica e Sperimentale
Icro Maremmani
Associazione per l’Utilizzo delle
Conoscenze Scientifiche a fini Sociali
(AU-CNS), Pietrasanta, Lucca
Istituto di Scienze del
Comportamento “G De Lisio”
Pisa
Unità di Disturbo Duale
“Vincent P Dole”, Seconda UO di
Psichiatria Universitaria
Azienda Ospedaliero-Universitaria
Pisana, Università di Pisa
Articolo di 10 pagine in formato digitale pdf
Il craving è un termine centrale nella patofisiologia dei disturbi legati alla addiction ed è il principale responsabile del comportamento recidivante. Con craving si intende una sorta di “smania”, di “forte appetizione”, un desiderio irrefrenabile e impellente che comporta un discontrollo e la messa in atto di un comportamento teso alla sua soddisfazione attraverso l’acquisizione di una situazione o di un oggetto/sostanza appetibile. In questo senso, il craving costituisce una nuova entità psicopatologica, un’entità sindromica caratterizzata dalla presenza di una costellazione di sintomi somatici neurovegetativi, da un’attivazione comportamentale per la ricerca delle sostanze o per il raggiungimento della situazione appetibile, e dall’incapacità di interrompere l’attivazione comportamentale anche in presenza di forti ostacoli e/o pericoli per l’integrità fisica, e/o conseguenze negative per la desiderabilità sociale. Lo sviluppo del craving è correlato a un’attribuzione di salienza da parte del tossicomane che ricorda molto da vicino la salienza dei soggetti psicotici. In tutti e due i casi, la salienza viene attribuita a cose o persone in presenza di una forte emotività, sostenuta nel primo caso dalla sostanza, nel secondo dalla patologia psicotica.