L’uso problematico di Internet: tra eterogeneità nosografica e clinica
Stefania Palermo
Dipartimento di Medicina
Clinica e Sperimentale
Sezione di Psichiatria
Università di Pisa
Alessandro Arone
Dipartimento di Medicina
Clinica e Sperimentale
Sezione di Psichiatria
Università di Pisa
Walter Flamini
Dipartimento di Medicina
Clinica e Sperimentale
Sezione di Psichiatria
Università di Pisa
Tea Ivaldi
Dipartimento di Medicina
Clinica e Sperimentale
Sezione di Psichiatria
Università di Pisa
Donatella Marazziti
Dipartimento di Medicina
Clinica e Sperimentale
Sezione di Psichiatria
Università di Pisa
Articolo di 5 pagine in formato digitale pdf
Nel contesto delle cosiddette “nuove dipendenze” o “dipendenze senza sostanza”, grande rilievo assume l’uso problematico di Internet (problematic Internet use - PIU), seppur con non poche difficoltà di inquadramento nosografico e diagnostico. Già dalla fine del secolo scorso Internet è stato designato come strumento rivoluzionario, in grado di cambiare per sempre, tra le altre cose, il nostro modo di attingere alle informazioni e comunicare. D’altro canto, le numerose opportunità offerte da questo strumento sono potenzialmente in grado di generare un meccanismo di dipendenza, caratterizzato dall’instaurarsi e il perpetrarsi di comportamenti patologici, al pari delle classiche sostanze psicoattive o di altre attività (raggruppate nell’eterogeneo complesso delle dipendenze comportamentali) strettamente correlate al sistema dopaminergico e all’attivazione del circuito della gratificazione. Scopo di questa review è analizzare la letteratura scientifica disponibile sul PIU, partendo dall’ancora dibattuto inquadramento diagnostico, per arrivare alle principali linee di trattamento farmacologiche e psicoterapiche.