La cannabis è, fra le sostanze illecite, quella utilizzata dal maggior numero di individui nel corso della vita (lifetime prevalence). La prevalenza dell’uso di cannabis nei vari paesi è correlata al reddito pro capite; infatti, è massima nel Nord America, in Australia, e in Europa. L’uso di cannabis ha inizio nell’adolescenza e la sua prevalenza è massima tra i 15 ed i 24 anni (tarda adolescenza-precoce età adulta), il periodo che corrisponde alla scuola media e all’università, riducendosi drasticamente con l’assunzione di responsabilità lavorative, familiari e sociali. L’alta prevalenza dell’uso di cannabis e la percezione del rischio relativamente basso ad essa associato contrasta con i risultati della ricerca biologica e clinica. Questi studi infatti, da un lato hanno chiarito il meccanismo d’azione della cannabis e ne hanno dimostrato le omologie con le altre sostanze d’abuso, in particolare con gli oppiacei, dall’altro ne hanno evidenziato gli effetti a lungo termine sulle funzioni cognitive e sulla salute mentale. Questo breve articolo intende riassumere, alla luce dei dati più significativi e recenti, l’attuale status della cannabis come sostanza d’abuso nei suoi aspetti epidemiologici, neurobiologici e farmacologici.