Sesso e genere non sono concetti dicotomici ma interdipendenti: il sesso influenza il genere e viceversa, da qui la necessità di utilizzare il termine sesso-genere. La medicina di sesso-genere si propone di superare gli svantaggi nella salute della donna creati dalla medicina androcentrica in voga fino alla fine del secolo scorso. Le differenze di sesso-genere sono dovute sia a fattori biologici (dimensione e peso corporeo, distribuzione del tessuto adiposo, funzionalità dei vari organi) che ambientali e socioculturali (status syndrome, ruolo di caregiver, stress, violenza). La variabile sesso-genere, inoltre, viene spesso ignorata nella sperimentazione preclinica sia quando si usano gli animali da laboratorio sia nelle colture cellulari, nonostante ormai ci siano evidenze che indicano che differenze di sesso-genere sono cellula e organo specifiche. Nella ricerca clinica risulta scarso l’arruolamento delle donne e i golden standard derivano dai dati ottenuti nel maschio e questo potrebbe essere uno dei motivi della maggiore incidenza di effetti avversi ai farmaci osservata nelle donne. La medicina di sesso-genere, seguendo il concetto di equità, porta all’appropriatezza terapeutica e ad una medicina basata sull’evidenza, nonché ad una riduzione del costo delle cure. Pertanto, è necessario intervenire progettando percorsi diagnostico-terapeutici di genere.