Il problema del cocainismo nel disturbo da uso di oppioidi e nel disturbo da uso di alcol
Matteo Pacini
Gruppo di Ricerca VP Dole
Istituto di Scienze del Comportamento
G De Lisio, Pisa
Filippo Della Rocca
Scuola di Specializzazione
in Psichiatria
Università di Pisa
Angelo GI Maremmani
Associazione per l’Utilizzo
delle Conoscenze Neuroscientifiche
a fini Sociali (AU-CNS)
Pietrasanta, Lucca
Società di Psichiatria Clinica
e Sperimentale della Scuola di Pisa
Dipartimento di Psichiatria
e Dipendenze
Sezione Psichiatria
Unità Sanitaria Nord-Ovest
Regione Toscana
Area della Versilia, Viareggio
Icro Maremmani
Gruppo di Ricerca VP Dole
Istituto di Scienze del Comportamento
G De Lisio, Pisa
Associazione per l’Utilizzo
delle Conoscenze Neuroscientifiche
a fini Sociali (AU-CNS)
Pietrasanta, Lucca
UniCamillus
International Medical University
in Rome
Articolo di 8 pagine in formato digitale pdf
I quadri di poliuso, per comodità classificativa, sono stati inizialmente accorpati in un unico calderone, anche rinunciando a specifiche riguardanti lo status qualitativo dei legami con le varie sostanze (se cioè si trattasse di uso ricreativo libero, di misuso, o di dipendenza). L’attuale sistema classificativo DSM-5 non agevola l’inquadramento di tali diversità, con il modulo comune del “disturbo da uso di sostanze”. La prima informazione utile in un quadro di poliuso è se esista una sostanza d’elezione, che spesso coincide con quella primaria. Non è tuttavia scontato che una sostanza secondaria (cronologicamente) acquisisca poi i connotati di una sostanza d’elezione, al pari della primaria o in aggiunta ad essa. In questo articolo si prende in esame la cocaina, sia per il rilievo numerico della casistica (rispetto a sostanze più di nicchia), sia perché effettivamente importante nel condizionare (in peggio) gli outcome del trattamento e forse di imporre fin da subito strategie differenziate di stabilizzazione.