La stimolazione magnetica transcranica nel trattamento della dipendenza da alcol
Marco Ceccanti
Centro Malattie Rare
Neuromuscolari
Dipartimento di Neuroscienze Umane
Sapienza Università di Roma
Maria Concetta Scamporrino
CRARL – Centro di Riferimento
Alcologico della Regione Lazio
ASL Roma 1
Federica Cereatti
CRARL – Centro di Riferimento
Alcologico della Regione Lazio
ASL Roma 1
Rosaria Ciccarelli
CRARL – Centro di Riferimento
Alcologico della Regione Lazio
ASL Roma 1
Mauro Ceccanti
SITAC – Società Italiana
per il Trattamento dell’Alcolismo
e le sue Complicanze, Roma
SIFASD – Società Italiana Sindrome
Feto-Alcolica, Roma
Articolo di 7 pagine in formato digitale pdf
Le tecniche di neuroimaging hanno consentito la visualizzazione del cervello e reso possibile osservare l’attività cerebrale nel suo divenire; questo ha contribuito notevolmente alla comprensione di neurosviluppo, funzione dei circuiti cerebrali e modificazioni plastiche di cellule che si modificano con l’esperienza e interagiscono tra loro. Il NIMH americano (National Institute of Mental Health) sta cercando di modificare profondamente l’approccio diagnostico di tipo categoriale del DSM-5 (basato su sintomi e criteri spesso comuni a più patologie), in una diagnosi basata sull’integrazione di genetica, imaging, scienze cognitive e altri livelli di informazioni, nel tentativo di acquisire un nuovo sistema di classificazione. Questo approccio è basato sulla convinzione che i disturbi mentali siano dovuti a disfunzioni biologiche, che si verrebbero a determinare in vari circuiti cerebrali di specifici domini che sovraintendono ad attività cognitive, emozioni e comportamenti.