La sindrome feto-alcolica: una malattia evitabile!
Mauro Ceccanti
ASL Roma 1
SITAC – Società Italiana
per il Trattamento dell’Alcolismo
e le sue Complicanze, Roma
SIFASD – Società Italiana
Sindrome Feto-Alcolica, Roma
Simona Gencarelli
CRARL, ASL Roma 1
Marco Fiore
Istituto di Biochimica e Biologia
Cellulare (IBBC-CNR), Roma
Federica Cereatti
CRARL, ASL Roma 1
Rosaria Ciccarelli
CRARL, ASL Roma 1
Raffaella Porrari
CRARL, ASL Roma 1
Luigi Tarani
Dipartimento Materno-Infantile
e Scienze Urologiche
Sapienza Università di Roma
Giovanna Coriale
CRARL, ASL Roma 1
Articolo di 6 pagine in formato digitale pdf
Nonostante la prevalente indifferenza sulle conseguenze del consumo di alcol (che tuttora persiste!), anche vari studi scientifici hanno documentato, nel tempo, gli effetti negativi del bere materno sul feto in via di sviluppo. Gli studi sulla FAS sono divenuti sempre più numerosi e hanno permesso di definire meglio lo spettro dei disturbi indotti dall’alcol sul feto (FASD, foetal alcohol spectrum disorders). Accanto alla FAS completa, ne sono state osservate forme a sintomatologia più sfumata, definite come FAS parziali ed è stata descritta tutta una serie di effetti che si possono esplicare come malformazioni congenite o come anomalie del neuro-sviluppo. Nell’ultima edizione del DSM-5 è stata proposta l’introduzione di una nuova categoria diagnostica dei disturbi mentali denominata ND-PAE, disturbo neuro-comportamentale associato all’esposizione prenatale all’alcol. Oggi, comunque, si preferisce continuare a parlare di FASD, termine che comprende il continuum di tutti i disturbi e le patologie dovute all’esposizione all’alcol in utero, nelle varie sfumature in cui queste possono presentarsi.