Alcol e Prevenzione
Roberta Agabio
Paolo Contu
A livello mondiale, il consumo di alcol rappresenta
uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo
di malattie e disabilità. Infatti, quando assunto
cronicamente, l’alcol aumenta il rischio di
sviluppare un elevato numero di patologie quali,
ad esempio, i tumori localizzati alla prima parte
dell’apparato gastrointestinale, la cirrosi epatica
e/o varie patologie neuropsichiatriche come
l’encefalopatia di Wernicke. Quando assunto in
acuto, può essere causa di incidenti stradali e
in ambito lavorativo o domestico, così come di
coinvolgimento in comportamenti violenti che
possono sfociare in aggressioni, omicidi e suicidi.
Complessivamente si stima che quasi il 4% di
tutti i decessi nel mondo siano da attribuire al
consumo di alcol, ovvero una percentuale superiore
a quella della mortalità causata dall’AIDS
o dalla tubercolosi. Il consumo di alcol comporta
anche importanti conseguenze sociali quali
l’assenteismo dal posto di lavoro e la perdita di
quest’ultimo, la ridotta produttività, l’esclusione
sociale e l’emarginazione.
Le conseguenze del consumo di alcol non sono
limitate esclusivamente a chi assume le bevande
alcoliche ma possono coinvolgere anche altri. Ad
esempio, le vittime di incidenti stradali causati
da individui alla guida sotto l’effetto dell’alcol o
i bambini affetti da sindrome feto-alcolica dovuta
al consumo di alcol delle madri durante la
gravidanza. A causa di questa peculiare caratteristica
di poter indurre conseguenze dannose non
solo in chi assume bevande alcoliche ma anche
in individui che non le assumono, l’alcol risulta
essere, tra tutte le sostanze psicoattive, la più
dannosa in assoluto. Ad esempio, è responsabile
di un numero di morti premature (per tumori,
cirrosi epatica, incidenti stradali mortali, omicidi,
suicidi e/o patologie neuropsichiatriche) nove
volte superiore a quello causato dalle varie sostanze
d’abuso illegali.
Anche i danni sociali causati dal consumo di alcol
sono superiori a quelli causati dalle altre sostanze
d’abuso illegali. Una delle ragioni è dovuta
al fatto che il numero di individui affetti da un
disturbo da uso di alcol è circa tre volte superiore
rispetto al numero di individui con un disturbo
da uso di altre sostanze psicoattive.
Questi dati indicano chiaramente che la prevenzione
del consumo eccessivo di alcol dovrebbe
essere una priorità per la salute pubblica. Nonostante
ciò gli interventi di prevenzione sono
rivolti prevalentemente alla riduzione dell’uso
delle sostanze psicoattive illegali.
Questo numero di Medicina delle Dipendenze è
il risultato di una collaborazione tra due Dipartimenti
dell’Università di Cagliari (il Dipartimento
di Scienze Biomediche e il Dipartimento di
Scienze Mediche e Sanità Pubblica) che hanno
unito le proprie competenze (in materia di conseguenze
negative correlate al consumo di alcol
e di prevenzione) per la programmazione di un
Corso di Laurea Magistrale in Scienze delle Professioni
Sanitarie della Prevenzione della Facoltà
di Medicina e Chirurgia.
In dettaglio, alcuni articoli descrivono i progetti
finalizzati a ridurre le conseguenze dannose
del consumo di alcol in diverse categorie della
popolazione quali i giovani (pag. 6), le donne
in gravidanza (pag. 44) e gli anziani (pag. 51).
Altri articoli descrivono i progetti di prevenzione
da realizzare in ambito lavorativo (pag. 14)
e la formazione destinata ai lavoratori in generale
(pag. 23). Due articoli descrivono progetti
di prevenzione destinati agli operatori sanitari:
uno dedicato alla formazione (pag. 32) e uno
alla valutazione del consumo di alcol (pag. 39).
Infine l’ultimo articolo è dedicato agli indicatori
prognostici di abbandono del trattamento.