Perché gli adolescenti sono così vulnerabili alle tossicodipendenze?
Gian Luigi Gessa
Quasi tutti gli individui dipendenti dall’alcol,
tabacco, droghe illegali e potenti analgesici
hanno iniziato la loro dipendenza durante l’adolescenza.
L’età d’inizio dell’uso delle droghe
illegali varia dai 15 ai 18 anni, quella dell’alcol
e del tabacco prima dei 18 anni. È raro che un
soggetto inizi a fumare dopo i 25. Più precoce
è l’inizio della dipendenza più grave sarà questa
condizione, inclusa la dipendenza da più droghe
(politossicodipendenza).
La maggiore prevalenza delle dipendenze durante
l’adolescenza riguarda anche le donne,
ma in queste la prevalenza è, per ora, inferiore
a quella degli uomini.
Diverse condizioni favoriscono la genesi della
dipendenza: la disponibilità della droga, l’uso
di droghe da parte dei coetanei, un ambiente
familiare di violenze fisiche e psicologiche, la
presenza di disturbi mentali nei familiari e soprattutto
nello stesso adolescente.
Queste condizioni favoriscono l’insorgenza della
dipendenza anche al di fuori dell’adolescenza.
Ma è il cervello dell’adolescente il responsabile
della tendenza di tutti gli adolescenti a
sperimentare l’uso delle droghe. È il cervello
dell’adolescente responsabile del rapido passaggio
dall’uso sporadico a quello regolare di
una droga, e da questo alla dipendenza.
Il cervello dell’adolescente si può paragonare a
un’automobile con l’acceleratore efficiente ma
con i freni allentati. Prima che maturino a livello
dell’adulto, le varie parti del cervello vanno
incontro a un processo di modellamento e rimodellamento
in tempi differenti tra le diverse
aree. Questi cambiamenti influenzano il pensiero,
le emozioni, il comportamento. Le aree
del cervello (sotto la corteccia) che controllano
comportamenti importanti per la sopravvivenza
dell’individuo e della specie (cibo, sesso, lotta) e
le emozioni ad essi collegate hanno completato
la loro maturazione all’inizio dell’adolescenza,
mentre le aree della corteccia prefrontale (situata
sopra i nostri occhi) che controllano le
conseguenze delle nostre azioni e decidono
sull’opportunità di azioni impulsive o pericolose
si modellano durante l’adolescenza e raggiungono
la completa maturazione al termine di
questa, spesso non prima dei 22 anni.
La conseguenza di questo squilibrio tra le capacità
decisionali e l’impulso a compiere azioni
rischiose e svantaggiose è una caratteristica generale
dell’adolescenza ed è osservabile anche
negli animali. Ciò indica che la sperimentazione
temeraria è utile nell’evoluzione. Imparare
comportamenti dell’adulto con conseguenze
anche negative, fare errori, serve a sviluppare
il senso del pericolo e la velocità nel distinguere
ciò che si può e ciò che non si può fare.
Il cervello dell’uomo delle caverne non era
preparato ai grandi inganni legati all’azione
di stimoli chimici che entrano nel cervello col
sangue e si sostituiscono fraudolentemente ai
neurotrasmettitori, quelle molecole che i neuroni
producono e utilizzano per comunicare
emozioni sensazioni e azioni. Non era preparato
agli stimoli del sesso virtuale che sostituiscono
con successo quelli naturali, né a sopravvivere
alla cyber-violenza.