Varianti sintomatologiche e caratteristiche cliniche correlate nel disturbo da deficit di attenzione e iperattività dell’adulto
Alessandro Pallucchini
Società di Psichiatria Clinica
e Sperimentale della Scuola di Pisa
Marco Carli
Scuola di Specializzazione
in Farmacologia Clinica
Dipartimento di Medicina Clinica
e Sperimentale, Università di Pisa
Marco Scarselli
Dipartimento di Ricerca
Traslazionale e Nuove Tecnologie
in Medicina e Chirurgia
Università di Pisa
Icro Maremmani
Associazione per l’Utilizzo
delle Conoscenze Neuroscientifiche
a fini Sociali (AU-CNS)
Pietrasanta, Lucca
Gruppo di Ricerca VP Dole
Istituto di
Scienze del Comportamento
G De Lisio
Pisa
UniCamillus
International Medical University
in Rome
Seconda Clinica Psichiatrica
Dipartimento di Medicina Clinica
e Sperimentale, AOUP Santa Chiara
Università di Pisa
Giulio Perugi
Seconda Clinica Psichiatrica
Dipartimento di Medicina Clinica
e Sperimentale, AOUP Santa Chiara
Università di Pisa
Articolo di 6 pagine in formato digitale pdf
Gran parte della letteratura attuale si è concentrata sui sintomi caratteristici del disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) nei bambini e negli adolescenti. Al contrario, meno attenzione è stata dedicata ai sottotipi clinici di ADHD nei pazienti adulti. In uno dei nostri studi abbiamo valutato 164 pazienti ambulatoriali adulti ADHD (A-ADHD) consecutivi utilizzando i criteri DSM-5 e molte scale di valutazione e questionari specifici. Un’analisi fattoriale delle componenti principali è stata eseguita su variabili cliniche e sintomatologiche per descrivere potenziali varianti cliniche. Abbiamo cercato di determinare diverse varianti di A-ADHD concentrandoci sulle caratteristiche demografiche e cliniche. È stata identificata una soluzione a quattro fattori e i pazienti sono stati raggruppati, in base al loro z-score, in 4 sottogruppi. Il primo è stato caratterizzato dalla disregolazione emotiva (ED), il secondo dall’uso di sostanze (SU), il terzo dai sintomi core-ADHD (Co-ADHD) e il quarto dall’emotività positiva (PE). Prevalentemente i pazienti con ED hanno mostrato una peggiore funzione generale, un trattamento precoce con antidepressivi e una maggiore presenza di disturbo borderline di personalità rispetto ai pazienti con co-ADHD. I pazienti con SU hanno riportato alti tassi di disturbo bipolare e grave psicopatologia generale. Il fattore PE era correlato al temperamento ipertimico e all’ipomania e mostrava un livello più elevato di funzionamento. Le donne con A-ADHD hanno mostrato un rischio inferiore di essere incluse in SU e i pazienti A-ADHD con fase di sonno ritardata concomitante avevano meno rischio di essere inclusi nel fattore SU rispetto al gruppo Co-ADHD prevalente. La nostra descrizione empiricamente basata suquattro varianti cliniche di A-ADHD mostra diversi aspetti oltre alla definizione data dai criteri diagnostici DSM-5.