“Dov’è la saggezza che abbiamo perduto con la conoscenza?” si chiede Thomas S. Eliot, riportato nel primo annuncio del Congresso SITD 2009, in cui questo lavoro è stato presentato. Come dire: non stiamo perdendo qualcosa nel tecnicismo, nel fatto di avere risposte a tutto; cosa potrebbe andare perso se non stiamo attenti? Un serio rischio è perdere il punto di vista del paziente, senza il quale ci manca una delle “mappe” fondamentali per capire dove siamo e cosa stiamo facendo, per stabilire un’alleanza terapeutica, per programmare interventi efficaci. Per introdurre correttamente il punto di vista del paziente nel trattamento sono necessari due presupposti: tenere presente il concetto di addiction come malattia; lavorare con stile motivazionale. Il presente lavoro ha come obiettivo sviluppare questi due aspetti, riferendoli in particolare alla esperienza nella Comunità Terapeutica Villa Soranzo.