Il problema della prevenzione e dell’intervento nel campo dell’abuso e della dipendenza da sostanze è da sempre un argomento critico, sia per la delicatezza del tema, sia, talvolta, per mancanza di informazione sulle realtà che si vogliono indagare. L’analisi della letteratura ha messo in rilievo come la diffusione delle droghe, non solo quelle leggere, sia un fenomeno in crescita negli ultimi anni, anche se i dati emergenti dagli studi epidemiologici riportano forti fluttuazioni. Da tenere in considerazione, nell’esaminare i dati riportati, che la percentuale di questionari restituiti compilati sul totale dei questionari consegnati risulta in questo genere di studi molto bassa. A titolo di esempio, il dato relativo al tasso di restituzione dell’ultima Relazione annuale al Parlamento (2010) è risultato pari al 12,7% su scala nazionale (12.323 questionari compilati su 99.400 questionari consegnati). Nonostante il consumo di droghe e alcol venga considerato dal senso comune come un fenomeno sorto e sviluppatosi nel ventesimo secolo, ed in particolare negli ultimi cinquant’anni, l’umanità ha fatto ricorso a composti chimici, più o meno naturali, praticamente da sempre e per i più svariati motivi. Sono tuttavia sensibilmente mutati i contorni sociali e culturali associati alla figura del consumatore di sostanze psicotrope. I fruitori di queste sostanze non sono più, specie nell’ultimo decennio, rintracciabili esclusivamente in fasce di popolazione culturalmente o socioeconomicamente svantaggiate: sempre più sono coinvolte altre categorie sociali, tra cui, in modo particolare e per motivi diversi, i giovani. Nello specifico si assiste, a partire dagli anni Novanta, ad una notevole diffusione, all’interno di gruppi estesi di popolazione giovanile e soprattutto adolescenziale, del consumo di sostanze in grado di incrementare stati di attivazione-disinibizione, di facilitare i rapporti con gli altri e di conseguenza di innalzare il normale livello di piacere ed eccitamento.